LA CONFRATERNITA

AlcantarinemL’ Arciconfraternita Maria Santissima della Provvidenza e S. Antonio Abate è una Associazione pubblica di fedeli, costituita con titolo proprio presso la Chiesa di San Pietro di Alcantara (Chiesa delle Alcantarine) sita in Lecce Piazzetta Baglivi, 21 dove l’Arciconfraternita ha sede.

 

E’ stata fondata nel 1438 come risulta dalla Bolla Pontificia di Papa Benedetto XV del 1° settembre 1920 custodita presso gli archivi della Arciconfraternita. Fu riconosciuta con regio decreto di Carlo IV del 30 Giugno 1735 E’ stata canonicamente eretta dall’ordinanza del tempo (1742) da Mons. Giuseppe M. Ruffo e con l’approvazione regia del 30/6/1742. Fu elevata ad Arciconfraternita con bolla del 1-9-1920 da Mons Gennaro Trama Vescovo di Lecce.

 

Gode di personalità giuridica canonica e di personalità giuridica nell’Ordinamento dello Stato italiano, a norma della legge n. 222 del 20.5.1985, qualificandosi come ente ecclesiastico civilmente riconosciuto avente fine di religione e di culto senza scopi di lucro. E’ iscritta al nr. 238 del Registro delle Persone Giuridiche.fig-15

 

 

Storia della ArciConfraternita

L’anno di fondazione di questo pio sodalizio, del quale si ignorano i fondatori, il 1742, è molto importante al fine di meglio intendere il perché della fondazione.

L’Italia e l’Europa tutta non attraversano un periodo tranquillo, Né sul piano intellettuale per le divergenze di pensatori come Spinoza, Cartesio, Vico, Loke, né su quello politico in quanto Napoli e tutto il meridione d’Italia, pur non essendo provincia spagnola, era governata dal ramo cadetto dei Borboni del quale seguiva le varie vicende spiacevoli.

L’agitato quadro politico di Lecce, capitale del Salento, in quegli anni è mitigato dal sorgere di opere religiose: i figli di San Vincenzo de Paoli l’avevano già iniziato nel 1741 la costruzione della loro grande casa oggi istituto di pena detto “Bobò”; i Gesuiti vantavano la maestosità della loro casa costruita due secoli prima dal San Bernardino Realino e l’efficienza dei loro corsi di studio, mentre i religiosi delle Scuole Cristiane aprirono un collegio femminile.

La nobiltà del luogo, molto aperta alle opere di bene, e il governo della città per merito di influenti sindaci, ne sostenevano le iniziative a vantaggio di tutta la cittadinanza. In particolare il sindaco Angelo Antonio Paladini e ricordato per aver offerto ospitalità al re Carlo III in occasione della peste nel 1743 che, scoppiata in Sicilia, minacciava di invadere tutta Italia.

Questo il contesto sociale nel quale indoraturi, argentieri e forcheggiatori di pelli fondarono la Confraternita di Maria SS della Divina Provvidenza, giuridicamente  poi riconosciuta il 30 giugno 1742. Oltre il fine di venerare la Vergine Madre di Dio ebbero anche lo scopo di combattere la tendenza di chiamare sempre in causa il “fato e il “destino” per spiegare fenomeni e fatti della vita sociopolitica a livello nazionale e locale. Con tale istituzione vollero dire che non la somma delle imponderabili cause aveva determinato il contesto sociale di quel periodo, che gli eventi non erano il risultato di un misterioso potere mai contestato, ma è Dio che governa gli uomini e sa trarre il bene anche dei loro errori. Si supera così il concetto fatalista con la reale presenza e di azione di Dio in quanto Divina Provvidenza. E’ la sapienza di Dio che governa il mondo, gli uomini e le cose. In questo senso Bossuet mette la diceva “unica autrice della storia” perché se gli uomini si agitano, Dio li conduce.

La confraternita di Maria Santissima della provvidenza nacque nella chiesa di Santa Maria dell’idea e il 7 maggio 1836 da Ferdinando le fu assegnata come sede la Francesca chiesa delle Alcanterine dove tuttora svolge il proprio ufficio a vantaggio dei vivi e dei defunti.

Nel 1893, per il ristretto numero di membri, allo scopo di darle maggiore vitalità si stabilì di accettare l’iscrizione di persone di qualsiasi condizione sociale, lo scopo non fu raggiunto e l’Ordinario Diocesano permise che alla nostra confraternita mariana si unisse è quella di Sant’Antonio Abate e le desse anche il suo titolo.

Il 1 settembre 1920 questo pio sodalizio fu elevato ad Arci confraternita fermi restando gli statuti approvati il 6 febbraio 1835 e il 1928